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Di solito, il "Saggio sulla libertà" di John Stuart Mill è considerato un classico del pensiero politico liberale ottocentesco. Nella prefazione alla presente traduzione si è cercato di mettere in luce come in esso non siano assenti elementi libertari, ancor più che liberali. Ciò, anche nel tentativo di sottrarre il filosofo anglosassone all'angusta cornice «utilitaristica» in cui è stato a lungo incasellato, specialmente nella scia della suggestione esercitata da titolo e contenuti di un'altra sua opera, questa sì intitolata Utilitarismo. Nel Saggio sulla libertà, se Mill cita doverosamente il connazionale Jeremy Bentham, egli mostra di non apprezzare il francese Auguste Comte, padre riconosciuto del Positivismo europeo. Questo può rendere problematica perfino la sua manualistica associazione allo stesso. In effetti l'autore, pur elogiando il «giudizioso utilitarismo di Aristotele», previene ogni eventuale banalizzazione del proprio pensiero, o equivoco sul suo concetto di utilità.